Artista: Anita Artura Agresta
Opera: Self-Portrait (2014)
Bio: Nata a Palermo, 1981. Si trasferisce a Napoli, per iscriversi all’Accademia delle Belle Arti, dove consegue i seguenti titoli di studio: Diploma di I Livello in Arti Visive e Discipline dello Spettacolo, Diploma Specialistico di II Livello in Grafica D’Arte. Durante gli anni della formazione 2003-2010, in collaborazione con altri artisti del territorio, partecipa alla gestazione del gruppo artistico Naban, volto alla realizzazione di una fitta serie di eventi artistici e culturali nel territorio campano (performance, mostre di pittura, istallazioni).
Artista visiva e poliedrica, preferisce poi proseguire la sua ricerca a livello individuale. E’ del 2014 la sua prima personale dal titolo “Sew Up”, presso la Galleria Essearte di Napoli. Tra le sue mostre più recenti e significative ricordiamo: Paleocontemporanea presso le Catacombe di San Gennaro a Capodimonte, Napoli; Mantegna Cercasi, presso la casa del Mantegna, Mantova; Osmosi, presso il Museo del Sottosuolo, Napoli; In un luogo imprecisato con l’artista Liliana Moro, Ex Raum, Bologna; Alla scoperta del Vesuvio, Complesso del Vittoriano, Roma; Mostra Mercato Arte in Fiera, Reggio Emilia.
Attualmente vive e lavora a Napoli.
Concept:
“Ritengo le immagini oniriche come semi di germoglio,
che trasferiscono dei codici attraverso il loro prolificare
durante il sonno”
L’intento globale della mia ricerca artistica sempre stato quello di analizzare e comprendere gli strati emotivi e le formazioni psichiche, sia individuali che collttive, in quanto dotate di potenzialità evocative esprimibili in sensazioni e pulsioni (auto)rappresentative. Scopo di tale processo è offrire all’osservatore ultimo la sua personale condizione proponendogli molteplici approcci prospettici e possibilità interpretative. Attraverso l’utilizzo combinato di diversi mezzi espressivi (pittura, disegno, istallazione, fotografia) nonché di uno studio specifico sulle potenzialità, finanche terapeutiche, del colore e dell’espressività cromatica, tendo a riportare verso la superficie dell’opera stessa tutto ciò che è ricordo, allucinazione onirica, segno, simbolo o vissuto personale per sperimenta ne di volta in volta sia il loro valore intrinseco che le loro possibilità di metamorfosi.
Self-Portrait
“Considero l’autoritratto una sorta di azione performativa , non in grado di restituirci in maniera autentica”.
Il progetto pittorico sulla serie self-portrait , si suddivide in self-portrait (10/10 dipinti ) self-portrait dressed , (17/17 dipinti) e self-portrait naked (10/10 dipinti) .
L’auto ritrarsi diviene esercizio di prova ripetuto e di impossibile definizione.
Siamo innanzi pertanto, ad un processo di auto-smembramento organico, “rammendato” e ricomposto attraverso i mezzi pittorici (pittura come “terapia”), ed alcuni elementi simbolici denotanti l’identità della mia persona, nel tentativo inesauribile di autorappresentarsi.
Tratto comune e ricorrente nelle opere, è la presenza di determinate figure o motivi archetipici: il seno, l’abito orlato, la gruccia per citarne i principali. Tali elementi, di matrice fortemente simbolica, vengono infatti a ricollegarsi all’immaginario privato, esplicitando e manifestando una funzione narrativa all’interno della serie stessa.
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